Nel 2008 il British Medical Journal pubblica una ricerca che da prova dell’efficacia della Tecnica Alexander nei casi di mal di schiena. Il video riportato qui sotto è una produzione, sempre del BMJ, che documenta i contenuti della ricerca e le figure coinvolte.
Tra i partecipanti c’è chi racconta di aver smesso di lavorare per un anno a causa del mal di schiena, in quanto le era diventato persino difficile camminare e restare seduta, chi spiega di essere arrivato a dover portare un busto correttivo e chi, in seguito a un infortunio, ha sviluppato cattive abitudini nel suonare il violino. Loro, come altre diverse decine di persone, hanno trovato la soluzione ai loro problemi nello studio e nella pratica della Tecnica Alexander in quanto ha insegnato loro come diventare più consapevoli del proprio corpo nella vita quotidiana, riconoscendo quali sono gli atteggiamenti che portano tensione e imparando a muoversi in maniera più equilibrata e leggera.
Come spiega Carolyn Nicholls, quando riceviamo un nuovo allievo che ha problemi di mal di schiena, ciò che facciamo è osservare il modo in cui utilizza il suo corpo, senza andare a trattare direttamente la parte dolorante. Non viene diagnosticato un problema specifico ma viene osservato il modo in cui l’allievo si muove. E, come fa notare un’allieva, il fatto che la TA sia un insegnamento vuol dire che ciò che viene appreso durante le lezioni diventa parte integrante delle nostre abilità, non si esaurisce una volta conclusa la sessione.
Abbiamo la possibilità di acquisire delle capacità che ci permettono di prenderci cura della nostra schiena autonomamente, nel quotidiano. Viene dimostrato, sempre in questa ricerca, che i benefici perduravano anche dodici mesi dopo l’inizio delle lezioni. Questo vuol dire che, non estendendosi le lezioni così a lungo, gli allievi erano in grado, nel caso il mal di schiena fosse tornato, di gestire il problema in autonomia.
Andrea Bolzoni mSTAT
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